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Da: Milano
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    (a colpo sicuro)
    mercoledì 6 febbraio 2008
    L'Eterno Dilemma
    Un tempo era pratica comune quando veniva presentato al pubblico un nuovo “dramma in musica” aspettare almeno la terza o quarta replica prima di farsene un’opinione sufficientemente consapevole da poterne scrivere una recensione.
    Questo è quello che accadeva spesso, non sempre, ai tempi in cui Rossini e Donizetti giravano l’Europa con le loro opere e in cui i critici musicali si prendevano tempo per metabolizzare le novità e capirne fino in fondo la portata.
    Ci penso spesso perché è un fatto che mi dà sempre parecchio da riflettere.
    Di conseguenza provo a capire quale sia il mio modo di pormi verso la mia passione cinematografica e arrivo a chiedermi dopo quanto tempo si dovrebbe provare ad esprimere le proprie emozioni ed idee su un film e/o dopo quante visioni.
    Se un film d’impatto mi piace e poi me ne dimentico succederebbe probabilmente che a caldo ne parlerei bene mentre a freddo il giudizio potrebbe essere molto diverso. Dove sta dunque la “verità”?
    A volte capita invece che le cose emergono col tempo sia positive che negative ribaltando di conseguenza i giudizi e anche qui il dubbio rimane lo stesso.
    Oppure ci sono film che da una seconda o terza visione guadagnano mentre altri ne risultano irrimediabilmente ridimensionati: qual è dunque il valore “vero”?
    Tante domande, chissà che strada facendo avrò qualche risposta in più…

    Etichette: Riflessioni

     
    posted by Martin at 15:56 | Permalink | 0 comments
    La doverosa premessa.
    Più che stare a dilungarmi con dichiarazioni d’intenti preferisco chiarire subito quello che vorrei evitare.
    D’altronde è inutile fare finta di niente, ormai di cinema si scrive ovunque e in mille modi diversi, e una nuova presenza va in un qualche modo “spiegata”.
    Di conseguenza posso cominciare assicurando tutti sul fatto che non mi interessa:
    - raccontare film (si raccontano già da soli)
    - dare sfoggio di erudizione cinematografica (chi ha voglia di annoiarsi a morte può già farlo altrove)
    - snocciolare aneddoti e dati tecnici (c’è già l’IMDB che lo fa in maniera egregia)
    - in generale replicare tutto ciò che in rete si trova con facilità imbarazzante.
    L’idea allora è tentare di fare qualcosa di diverso, nuovo e allo stesso tempo agile, chiaro, immediato e che offra possibilmente un punto di vista inequivocabile.
    Come un proiettile che va dritto all’obiettivo…
    Questo è il cosa, per il come non resta che stare a vedere (e a leggere).

    Etichette: Riflessioni

     
    posted by Martin at 13:14 | Permalink | 0 comments


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