(Die Zweite Heimat - Chronik einer Jugend)
Regia: Edgar Reitz
Produzione: Germania
Anno: 1992
Genere: Evoluzione d'esistenze
All’idea del Tempo, come filo conduttore, si sostituisce lo Spazio e di conseguenza si ribalta la prospettiva e le storie prendono il sopravvento sulla Storia, che comunque rimane lì, come una nota a margine, su cui costruire questa Patria non più luogo di origine ma luogo dei sogni e degli ideali, tramontati i quali non rimane che ripercorrere la strada verso casa. E questo spazio contiene fino all’ultimo secondo quell’enorme “tutto” che ci entra profondamente dentro sotto forma di Vita coi suoi spensierati entusiasmi, le sue speranze e le sue continue trasformazioni ma anche e soprattutto coi suoi drammi, i suoi dubbi e le sue disperazioni.
Da vedere assolutamente (26 ore di delizia cinematografica).
At 5/20/2008 05:44:00 AM, Martin
Infatti stavolta mi sono dovuto "dilungare" anch'io ;)
In ogni caso, come sempre, ho cercato di cogliere l' "essenza" del film, l'aspetto che più mi ha colpito, il suo nucleo "emozionale".
Anche in questo non mi sono dato regole precise ma ti assicuro che a prescindere dalla durata del film non è mai una cosa facile.
At 5/20/2008 09:42:00 AM, Christian
Comunque è interessante la distinzione che fai fra i due "Heimat" in base al Tempo e allo Spazio, non ci avevo pensato, anche se è vero che pure il primo "Heimat" aveva un suo centro spaziale immutabile (Schabbach) e che la maggior compattezza temporale di questa seconda saga (che copre "solo" 11 anni contro i 64 della precedente) non impedisce evoluzioni dei personaggi ancora maggiori: dopotutto Maria rimaneva pressoché la stessa in tutta la sua vita, mentre Hermann, Helga, ecc. attraversano cambiamenti ben più profondi.
At 5/20/2008 11:13:00 AM, Martin
Certamente, si tratta di differenze a volte sottili e comunque in comune tra le due serie c'è appunto la centralità dei personaggi.
Quello che volevo sottolineare era proprio il diverso rapporto tra i vari elementi.
In fondo Schabbach è il centro di tutta la prima saga ma sono proprio i suoi cambiamenti che segnano certe fasi importanti del racconto, come la statua eretta nel primo episodio e poi tolta quasi alla fine oppure l'arrivo della "modernità" che di fatto rovina la bellezza delle case dell'Hunsruck.
In questa seconda parte invece certi spazi ristretti hanno la capacità di fermare quasi il tempo e a creare tensioni emotive altissime, come in episodi come il terzo che si svolgono quasi interamente nella stessa stanza o casa.
Ma come dicevo all'inizio sono tutte bellissime sfumature.
Immagino che scrivere la consueta "breve" pillola su questo capolavoro immenso (in tutti i sensi) non ti sarà stato facile. Io, come al solito, sono stato più prolisso...^^