lunedì 13 aprile 2009
INFERNO
INFERNO
(Inferno)
Regia: Dario Argento
Produzione: Italia
Anno: 1980

Genere: Gotico contemporaneo

La realtà si deforma fino a diventare un incubo, nei colori, nei suoni, tutto quanto acquista forza atraverso barocche stilizzazioni, e poco importa se la tensione piano piano viene stemperata dalla ridondanza delle sanguinolente situazioni perché alla fine è la rappresentazione stessa di questo inferno a compensare (quasi) la prevedibilità della narrazione e la mancanza di significati che vadano oltre l’ineluttabilità del male.

Per i fan del genere (e di Argento)
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posted by Martin at 23:08 | Permalink |


6 Comments:


At 4/14/2009 03:07:00 PM, Anonymous AlDirektor

Evito con grande cura i film dell'odioso Dario Argento.

 

At 4/14/2009 05:45:00 PM, Blogger Martin

Capisco che non sia cinema che possa piacere a tutti ma addirittua odioso...
Questa me la devi spiegare.

 

At 4/15/2009 09:39:00 PM, Anonymous AlDirektor

Te la spiego molto volentieri, sono sempre propenso a spiegare le mie "teorie". Semplicemente: trovo che Argento non sia un vero regista, ma un qualcuno che riceve delle specifiche richieste (dal pubblico specialmente) e che cerca di spargere su questa richiesta il suo esasperato Gore violento e disperato che lo fa annoverare (per errore!) tra i più grandi registi Horror mai esistiti in Italia. Per me non possiede le capacità per essere un vero autore e tanto meno non è così intelligente da produrre film "Studiati". Si salva solo "L'uccello dalle piume di cristallo" (e vorrei vedere "Il gatto a nove code" e "4 mosche di velluto grigio").

 

At 4/15/2009 11:20:00 PM, Blogger Martin

Introduci degli argomenti molto interessanti Al, per affrontare i quali potrei scrivere ben oltre i limiti di questo spazio.
Ma voglio affrontare almeno le questioni più importanti.
Per prima cosa occorre distinguere le varie fasi della carriera di Dario Argento per coglierne le indubbie peculiarità. Dal punto di vista dei contenuti c’è una prima frase, quella dei tre film che citi (e del suo capolavoro Prfondo Rosso), che in pratica inventa quello che è il thriller all’italiana che all’estero chiamano “giallo”. Si tratta di film che non solo hanno ispirato decine di epigoni in Italia creando uno dei filoni più celebrati del nostro cinema di genere ma hanno anche reso possibile l’ondata di slasher americani degli anni 80.
Una seconda fase è quella più horror-soprannaturale, formalmente debitrice della lezione del maestro Mario Bava, sicuramente meno importante dal punto di vista storico ma che comunque ha portato innovazioni nel genere, unendo una struttra classica a una materia decisamente più morbosa.
Il problema è che col tempo il cinema di Argento smette di rinnovarsi diventando autorefenziale e maniera di se stesso.
Se consideriamo invece l’aspetto prettamente tecnico tutti i suoi primi film sono degli spartiacque non solo per il genere horror ma per il cinema in generale.
Registicamente stiamo parlando di uno dei più innovativi e visionari registi degli anni ’70. Poi finiamo sempre per cadere nella reiterazione di stili e tecniche ma ciò non toglie i meriti pregeressi.
Questo in breve ma molto breve… ;.)

 

At 4/16/2009 08:53:00 AM, Anonymous AlDirektor

Vedi Martin, in effetti quello che dici ci sta tutto eh. Sono cose che nessuno può negare. Ma vedi, ecco proprio prendendo il regista nelle sue varie fasi. La prima fase, quella appunti dei Gialli che creano la domanda fondamentale "chi è il colpevole?", almeno per il suo primo film, l'unico che ho visto di quel periodo, devo dire che è la sua fase sicuramente migliore, quella dove da spessore ai personaggi, dove sa usare spazi e atmosfere, senza cadere nell'inutile splatter che userà negli anni a seguire. Basta pensare all'omicidio narrato per l'appunto ne "L'uccello dalle piume di cristallo", raccontato tramite dettagli delle azioni dell'assassino, per poi far arrivare un semplice urlo. Solo questa cosa già da allo spettatore un senso di autorità sulla materia che il regista vuole svelarci. Poi invece pensi da Profondo Rosso(che penso sia tutto tranne che un capolavoro a mio modestissimo parere) in poi. Ed ecco che Argento svela la sua vera identità. Autore senza più una sua personalità, che cerca di ingannare il pubblico attraverso film come li hai definiti tu "Horror-Soprannaturali", dove la cosa principali è mostrare le conseguenze di una coltellata o di altre contusioni e ferite. Profondo Rosso è la via di mezzo fra i due periodi. Un Giallo dove si inserisce l'aspetto Trash del sangue che sgorga a fiumi. Ma Argento dimostra di non essere arrivato ancora al peggio. Allora decide di realizzare Suspiria, film di una bruttezza immonda, ancor più illogico ma ovviamente basato sul traculento e sugli effetti Biologici. Poi ho visto il suo ultimo film "La terza madre" che mi sembra davvero un film bestemmia nel tentativo del genere Horror. Se ho detto di Suspiria come "film di bruttezza immonda", direi che "La terza madre" è assolutamente da scomunicare dal mondo cinematografico. Argento non è mai riuscito a dare al pubblico l'idea di un percorso da lui seguito. Quindi sentirlo chiamare "Maestro dell'Horror" mi sembra davvero eccessivo. Credo l'unico che lo consideri davvero maestro, imitandolo è Michele Soavi.

Abbiamo pareri differenti, ma fa piacere discuterne. :)

 

At 4/16/2009 06:33:00 PM, Blogger Martin

Fa piacere sicuramente, ben vengano discussioni come queste.
Posso aggiungere che a me le truculenze alla Profondo Rosso piacciono molto ma, come dici giustamente tu, si entra nell'ambito dei gusti pesonali.
L'ultimo Argento che salvo, almeno in parte, è Opera mentre trovo sempre valido Tenebre coi suoi finali e controfinali.
Chiaro poi che qualcuno possa trovarli "eccessivi", ci può benissimo stare.
A questo punto sarei curioso sapere cosa pensi di film come Hostel che ho appena finito divedere, in cui la violenza sale davvero alle stelle...