sabato 3 gennaio 2009
THE SPIRIT
THE SPIRIT
(The Spirit)
Regia: Frank Miller
Produzione: USA
Anno: 2008

Genere: La città e il suo eroe

In un mondo senza tempo, spiritualmente post-atomico, in cui ciò che non smette mai di scendere dal cielo, più che neve, pare ormai cenere, in questo vorticare di proiettili tutto è frammentato, caotico, e lo sono anche il bene e il male, buoni e cattivi che si battono non per fama né per denaro ma per l’immortalità, anche solo quella dello spirito, tra improbabili deliri clowneschi e istanti epicamente cristallini, tra dialoghi seriosi e pretenziosi e momenti straordinariamente visionari.

Si può anche vedere (nonostante tutto)
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posted by Martin at 00:23 | Permalink |


3 Comments:


At 1/05/2009 12:27:00 AM, Anonymous Anonimo

Io direi invece: Si può abbondantemente evitare...
Ale55andra

 

At 1/05/2009 01:11:00 AM, Blogger Martin

Dici così perchè hai detestato questo film.
Ma il mio non è (quasi) mai un giudizio sul valore "assoluto" del film ma piuttosto sulle sue potenzialità e sul suo possibile interesse.
In questo senso penso che Spirit sia un film bruttarello ma con alcuni lampi assolutamente geniali e un finale sostanzialmente ben fatto.
Alla luce di quei momenti penso che ci siano dei motivi di interesse per un appassionato di cinema.
Di sicuro lo vorrò rivedere una seconda volta per approfondire certe sensazioni.

 

At 1/05/2009 11:52:00 AM, Blogger Martin

Per completezza riprendo alcune considerazioni tratte da alcuni miei commenti:
"...si tratta di un film con soluzioni tecnico-visive e narrative a tratti (ma solo a tratti) davvero innovative.
...Anche il tono generale della pellicola, pur lasciandomi quasi sempre perplesso, è frutto di precise scelte espressive, non di incompetenza.
Se poi si rimane basiti di fronte alla caoticità narrativa del film è pur vero che, in una specie di "big crunch" cinematografico, tutti i pezzi (o quasi) “collassano” tra loro in un finale perlomeno degno. "
"...ci sono sprazzi con grandi idee cinematografiche, non solo dal punto di visto tecnico ma anche narrativo.
Miller fa un'uso nuovo del linguaggio cinemtografico ma non riesce a farlo con continuità e quindi il risultato finale è quello che è."