domenica 24 gennaio 2010
GIORNI PERDUTI
GIORNI PERDUTI
(The Lost Weekend)
Regia: Billy Wilder
Produzione: USA
Anno: 1945

Genere: Esistenze allo sbando

La “scrittura” cinematografica è perfetta, precisa, senza la minima indecisione, e questo vale anche per la direzione degli attori e in generale per le scelte registiche, mentre invece il soggetto, una lunga discesa negli abissi dell’alcolismo di uno scrittore in crisi, risente un po’ il peso degli anni nella sua schematicità, compreso il positivo finale in cui, pur sfuggendo a tentazioni moralistiche, si finisce comunque per costruire una parabola morale un po’ troppo consolatoria.

Si può anche vedere
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posted by Martin at 23:48 | Permalink |


4 Comments:


At 1/25/2010 06:15:00 PM, Blogger Christian

Ai suoi tempi vinse tutti gli Oscar più importanti (film, regia, attore e sceneggiatura), e non è certo un brutto film, però anch'io non riesco a metterlo fra i miei Wilder preferiti...

 

At 1/25/2010 06:35:00 PM, Blogger Martin

In effetti ha proprio tutto del "film da oscar", i drammoni con redenzione finale sono sempre andati forte con quelli dell'Acadamy.
Comunque concordo con te, un film ben fatto ma sotto la media (altissima) di Wilder.
Pesa poi il fatto che il film precedente, La Fiamma del Peccato, è davvero un piccolo capolavoro.

 

At 2/14/2010 11:49:00 AM, Blogger souffle

beh, a parte il fatto che è stata la prima volta che la figura dell'ubriaco è stata trattata in modo drammatico... Wilder credo non si sarebbe offeso nel sentire le parole "film da Oscar", visto che gli Oscar gli piaceva molto riceverli e facevano bella mostra in ufficio. Sottolineo che questo film non ebbe un grande successo iniziale. Io lo trovo straordinario, così come trovo eccezionale che un ebreo abbia girato Stalag 17, dove si ribaltano i pregiudizi e la figura dell'eroe, lontana dallo stereotipo del "bello e invincibile" si nasconde dietro un "vigliacco". Io trovo che non esista (tranne forse Il valzer dell'imperatore) un film di Wilder "brutto" nè tantomeno un film accomodante o hollywoodiano. Persino il suo esordio, Frutto proibito è una delizia di commedia.

 

At 2/14/2010 02:19:00 PM, Blogger Martin

Parlando di Wilder con me sfondi una porta aperta, vista la stima infinita che gli riservo.
Per "film da Oscar" identifico semplicemente quel tipo di film che da sempre manda in sollucchero l'Academy, a prescindere dal valore intrinseco.
E' inutile far finta che certe storie di sfigati che diventano eroi non abbiano una certa tendenza a beccarsi il primo premio in quel di LA...
E chiaramente non è possibile definire hollywoodiano Billy Wilder: lui è Hollywood, quando Hollywood era la più grande macchina dei sogni di sempre.
Detto questo, pur riconoscendogli tutti i meriti del caso, trovo che Giorni Perduti desti sinceramente meno impressione di film come La Fiamma del Peccato e Viale del Tramonto, per rimanere ai suoi primi film, e rispetto a questi ha un finale sbrigativo e consolatorio.
Come per Stalag 17 le tematiche toccate sono assolutamente nuove e trattate in maniera originale ma come film in sé ne peferisco altri, tutto qui.
Frutto Proibito è effettivamente delizioso, così come lo è Scandalo Internazionale.
Come figura drammatica di alcolizzato mi viene in mente almeno il regista suidida in A Che Prezzo Hollywood anche se si tratta solo di una delle sottotrame del film.