sabato 23 gennaio 2010
IO CI (VI) VEDO
Devo dire che mi fa piacere trovare subito, nei commenti al post, due opinioni contrapposte. Spesso capita che si portino argomenti in contrapposizione quando in realtà sono solo due modi diversi per dire proprio la stessa cosa. E’ il caso delle due diverse valutazioni sulla sceneggiatura di Avatar. Da una parte ci sono quelli del “plot prevedibile e stereotipato”, dall’altro quelli del "classico e favolistico” ovvero quelli che parlano, con cognizione di causa, di “archetipo”. Ma in realtà stiamo parlando della stessa identica cosa, “modello convenzionale di atteggiamento” opposto a “primo esemplare, modello” (Treccani docet), ovvero in definitiva solo un modo per dire che in 3 ore di film non ci sono praticamente sorprese! E questo vale sia per la trama che i personaggi. Appare chiaro che su questo punto siamo tutti d’accordo ed è chiaro che un film di fantascienza dove tutto sia prevedibile per me è un grosso problema.

Secondo punto dolente è, come dicevo nel post, l’assenza quasi totale di fantasia in un film che dovrebbe esserne stracolmo. Non c’è stato nessun momento che sia riuscito a destare meraviglia, sorpresa, un momento in cui poter dire “che trovata incredibile, non ci avrei mai pensato a una cosa così”. Paghi 11€ e speri che tra tutta quella migliaia di “creativi” qualcosa di strabiliante riescano a metterlo in piedi, e invece nulla, tutte idee riciclate, da mille libri e mille film.
La stessa idea degli avatar, i corpi-guscio, potenzialmente interessante, non viene sfruttata per nulla. Ci entrano dentro, ci si devono abituare e poi diventa tutta una routine, senza che ne venga approfondito almeno uno dei tanti aspetti misteriosi.
In sostanza questo Avatar potrebbe tranquillamente spogliarsi di ogni aspetto fantascientifico senza cambiare la sostanza del film. La fantascienza è solo un pretesto per “mostrare” (il bel pianeta, macchinari fighi, alieni sinuosi e affascinanti) ma non è in alcun modo “essenziale” alla trama. Ambientarlo sulla Terra in qualche epoca passata non cambierebbe una virgola, se ne potrebbe fare un film storico come un fantasy pseudo tolkeniano.

E qui veniamo a chi vede negli avatar (o nei Na'vi) una “riflessione sullo sguardo cinematografico”. La triste constatazione è che le “riflessioni sul cinema” sono diventate ormai l’argomento ultimo per celebrare anche la più bislacca delle pellicole e sono la foglia di fico dietro cui nascondersi per esaltare snobisticamente il cinema del nulla, come ormai sta diventando, purtroppo, anche il cinema dell'amatissimo Tarantino. Personalmente, tanto per essere chiari, ai “giochini da cinefilo” continuo a preferire la sostanza cinematografica. Nel dettaglio, come dicevo prima, le potenzialità degli avatar come catalizzatore di argomenti interessanti ci sono ma non vengono sfruttate qui. In realtà per Cameron non sono altro che espedienti per “muovere” la storia e come tali non se ne parla mai, non ci vengono spiegati e dopo un po’ ci se ne dimentica, almeno fino alle fasi finali del film. A meno che questo discorso non si riduca allo sguardo (il nostro) di chi “vede” il cinema in maniera nuova, questo sì, grazie a questo capolavoro digitale, e a cui si cerca di dare un supporto filosofico facendo leva sulla mistica di questi alieni e la loro capacità di "guardare dentro". Peccato che poi questo sia in contraddizione con la materia di cui questo film è construito, una serie di immagini che rimangono all’esterno. Il “dentro” in realtà non lo vediamo mai, malgrado certe fumose dichiarazioni d’intenti degli omini blu. Sguardo tanto, riflessione poca.

Ma tutto questo, messo insieme, poco non è.
Questo rimane un film straordinario.
Ma rimane sostanzialmente un’occasione sprecata.
 
posted by Martin at 23:45 | Permalink |


6 Comments:


At 1/25/2010 08:20:00 PM, Blogger Giuliano

Pensa che io mi sono guardato Melies, in questi giorni: anche lì effetti speciali, sbalorditivi per l'epoca, ma anche tanta voglia di giocare, fantasia, passione.
Tutti i grandi hanno giocato con la tecnologia e gli effetti speciali, da Eisenstein a Kubrick a Hitchcock a Wenders a Fellini...
Speriamo che arrivi qualcuno a dare un po' di senso al giochino del 3D: che era già roba vecchia negli anni '60, a essere onesti.

 

At 1/26/2010 10:00:00 AM, Blogger Martin

Dici bene Giuliano, i Grandi sono proprio quelli che sfruttano la tecnologia per fini espressivi.
Ma ormai avrai notato che la settima arte sta diventando piano piano un contenitore sempre più ammiccante e sempre più vuoto.
Non è certo la mia, e nemmeno la tua penso, idea di cinema.

 

At 1/26/2010 09:59:00 PM, Anonymous Anonimo

Non mi trovi assolutamente d'accordo questa volta. Io faccio parte della schiera "classicista e favolista" ^^
Ah, e secondo me il film è pieno e stracolmo di momenti che suscitano stupore e meraviglia, se non dal punto di vista narrativo, sicuramente dal punto di vista visivo ed emotivo.

Ale55andra

 

At 1/28/2010 08:17:00 PM, Blogger Martin

Ma infatti parliamo di due concezioni di cinema totalmente diverse.
Personalmente un bel guscio, per quanto appagante e sbalorditivo, non basta.
Se i suoi fan hanno avuto in effetti ciò che cercavano, Cameron avrebbe potuto tranquillamente girare un "documentario" su Pandora e i Na'vi e avrebbe accontentato ugualmente tutti con piante colorate e meduse che volano.
Detto questo il punto più dolente è sempre un altro, la tragica assenza di fantasia e di elementi veramente "fantastici".
Per la cronaca prendere un cavallo, allungargli il muso e aggiungergli altre 2 zampe non è fantasia... (sigh!)

 

At 1/28/2010 11:24:00 PM, Blogger Christian

A me un documentario su Pandora e sui Na'vi, come dici tu, sarebbe forse piaciuto anche più di questo film! ^^
Nessuno ha mai girato un finto documentario su un pianeta alieno? Sarebbe fantastico! Ci vorrebbe molta più fantasia, però, bisognerebbe fare quasi un equivalente cinematografico del Codex Seraphinianus!
Vedrei bene Herzog e Greenaway a lavorarci insieme.

 

At 1/29/2010 10:20:00 AM, Blogger Martin

Del Codex ne parlavo proprio l'altro giorno con Monica come ideale punto di riferimento.
Il documentario sarebbe interessante davvero. Come alternativa si potrebbe anche pensare all'accoppiata Wenders-Cronenberg, unendo l'ossessione per le immagini del primo con la visionarietà del secondo, che ne dici?